F-GAS e prezzi spaziali

I produttori di gas hanno annunciato nuovi aumenti per quanto riguarda il prezzo dei gas ad elevato GWP.
L’iceberg viene allo scoperto, più di quanto non lo abbia già fatto durante questa calda stagione estiva.
In Europa il problema del prezzo dei gas ad alto GWP (R404A, R507 ndr) è una diretta conseguenza ai limiti introdotti dal quadro normativo n. 517/2014 entrato in vigore il 1° gennaio 2015 che, oltre ad introdurre maggiori controlli e divieti di utilizzo di alcune miscele, introduce graduali e pesanti abbattimenti delle quote di Ton CO2 equivalenti, le quali si traducono in una minore produzione di gas ad elevato GWP poiché a parità di kg metrici erodono più quota.
Questo problema è stato fino ad ora mitigato principalmente da due fattori, il primo è che nel primo anno del regolamento la domanda era inferiore alla quota di produzione permessa, quindi all’offerta. Il secondo è che nel 2016, nonostante la domanda abbia superato le quantità prodotte, le scorte già immesse sul mercato hanno permesso di far fronte all’eccesso di domanda. Tuttavia già dai primi mesi dell’anno (2017) la disponibilità di gas sul mercato è diventata più critica e di conseguenza il prezzo al kg ha iniziato inesorabilmente a salire.

Considerato che la quantità disponibile, espressa in Ton CO2 equivalente, è un valore finito e in rapida diminuzione, i prodotti con GWP elevato sono anche quelli soggetti ad aumentare di prezzo, secondo la logica > GWP > erosione quota > €/kg.

E’ un fenomeno passeggero e/o di speculazione in coincidenza con la stagione estiva? Tutt’altro. Nel 2018 la quota di Ton CO2 assegnata ai produttori subirà una grossa sforbiciata (37 punti percentuali) il che porterà il prezzo letteralmente alle stelle rendendo la situazione davvero critica.

Soluzioni al problema? Certamente, sostituire al più presto il gas refrigerante presente negli impianti in funzione con uno a minore GWP. Il problema ora diventa “quale gas usare per sostituire l’R404?”. Basta fare un giro sui siti dei maggiori produttori per vedere che sono già presenti in commercio innumerevoli soluzioni per effettuare l’operazione di retrofit.
Già; tante; troppe a mio avviso. I più grossi produttori di componentistica hanno indicato infatti diverse strade da seguire, segno che non esiste una via maestra, tanto meno la famigerata miscela magica che sostituita ad un impianto così com’è ne permetta il funzionamento perfetto.
In questo clima di incertezza ancora più dubbi sorgono nel momento in cui si approccia alla progettazione di un impianto di modeste dimensioni e con una aspettativa di vita medio-lunga, dovendo scegliere la tecnologia ma soprattutto la miscela su cui puntare.
In futuro? Probabilmente ci sarà una apertura all’utilizzo di maggiori percentuali di miscele infiammabili da parte della Comunità Europea, tuttavia non è possibile trascurare tutto ciò che ne consegue dal punto di vista della prevenzione e protezione incendi.
Ecco, in questi momenti mi persuade la consapevolezza che ancora una volta la tecnologia sarà spinta avanti dalle normative come già si osserva da anni con le normative sulle emissioni nel settore automotive.